top of page

RECENSIONE CONCERTO ELISA MONTICHIARI (BS) 23/11/2016

  • simonaviotti
  • 24 feb 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

Doveroso spendere qualche riga per descrivere il concerto di Elisa a Montichiari.

Tour di ON, un disco che a parte il primo singolo diventato hit, non ha riscontrato un successo esagerato, nonostante la varietà di generi al suo interno che potrebbe abbracciare le preferenze di persone con gusti differenti.

Elisa dimostra ancora una volta di essere il meglio che abbiamo in Italia, indipendentemente dai gusti personali.

Il talento, la voce, ma soprattutto la completezza artistica non vanno mai valutati in base alle proprie preferenze, ma devono comunque essere, se non apprezzati, quantomeno riconosciuti.

Difficile assistere ad un suo concerto senza rendersi conto delle potenzialità di questa Artista con la A maiuscola.

Si fa fatica a credere che sia italiana e viene da chiedersi come faccia ad essere così poco conosciuta all'estero.

Per il potenziale che ha, andrebbe valorizzata e considerata molto ma molto di più.

Elisa sceglie di cantare 8 pezzi su 13 canzoni del nuovo album, non tutti quindi, a differenza del tour precedente.

Scelta dovuta probabilmente al fatto che non tutte le canzoni sono di impatto immediato sul pubblico, anche per via dell'inglese utilizzato in ben 11 canzoni su 13.

Canzoni che presentano un sound molto lontano da quello che è prevalente negli artisti dei nostri giorni.

Qui troviamo l'essenza del pop, quello vero, quello che prende spunto dal pop americano, non il pop-melodico italiano a cui siamo abituati.

Una donna prossima ai 40 anni che sente chiaramente il palco come la propria casa e ci si trova perfettamente a suo agio, sfornando un'energia pazzesca che non ti aspetti e che si manifesta solo quando è sul palco.

La sensazione che arriva vedendola così disinvolta ed energica, è che nella sua vita non avrebbe potuto fare altro mestiere che questo.

Per l'intera durata del concerto da tutta se stessa senza risparmiarsi, canta, balla, salta, va da una parte all'altra del palco, suona, con tutta la naturalezza di questo mondo, come se non servisse alcuna preparazione per fare tutto ciò, come se per lei fosse appunto tutto naturale ed ovvio.

Sembra che quando è su quel palco a cantare non abbia bisogno di nient'altro, se non della sua musica, e chissà, forse è proprio così.

Scaletta senza assenze troppo pesanti, equilibrata, con un buon mix di canzoni attuali e canzoni più o meno recenti, alternando ponderatamente italiano ed inglese.

Le canzoni sono riproposte in gran parte nella veste originale, ad eccezione di alcune fatte in acustico, in alcuni casi sola, in altri casi con la band, tutti seduti a bordo del palco.

Ovviamente ognuno vorrebbe una scaletta personalizzata in base alle proprie preferenze, ma non è una scaletta di cui potersi lamentare.

La parte dei singoli e delle hits è rimasta abbastanza invariata rispetto al tour precedente.

Del penultimo album sono state riproposte solo due canzoni, effettivamente i due singoli di maggior successo (L'anima vola e a Modo tuo)

Rapporto diretto con il suo pubblico, incitato più volte a cantare insieme a lei: lascia sempre parecchio spazio al chi sta sotto al palco, alternando momenti in cui canta lei, a momenti in cui fa cantare gli spettatori.

Alcune canzoni sono così preziose che andrebbero sentite cantate interamente da lei senza sbavature, ma la sensazione delle voci che cantano all'unisono è sembra molto bella e coinvolgente, soprattutto in canzoni come Luce, Almeno tu nel'universo, L'anima vola.

Più volte si è avvicinata alle persone delle prime file per incitarle e per sfiorare le mani.

Il sorriso sul suo volto è la caratteristica predominante, incredibile come riesca a sorridere dall'inizio alla fine.. Trasmette proprio un senso di positività.

Un'esecuzione degna di nota, anche se parliamo di una cover (due le cover totali presenti in scaletta), è stato senza dubbio l'interpretazione di Hallelujia, canzone interpretata si da moltissimi, ma che cantata da lei, ha una delicatezza ed un'intensità davvero rare. Riesce a farla sua, in maniera eccellente.

La canzone era comunque prevista in scaletta prima della morte di Leonard Cohen, ma ovviamente adesso acquisisce un significato ancora più importante e delicato.

Certamente uno dei momenti più intensi. La canzone tra l'altro è stata cantata con un telo davanti, a rendere l'atmosfera ancora più particolare.

Un tributo degno di questo nome.

Stessa situazione del telo sul palco anche per l'interpretazione di Yashal, che riprende poi l'introduzione iniziale al concerto, in cui Elisa suona lo Hang (strumento che adoro) e il flauto traverso, seguita dalla successiva Bad Habits, che vengono eseguite sempre dietro al telo.

(Stessa cosa vista nell'intro dell'ultimo tour di Eros Ramazzotti tra l'altro)

Senza obiettività, il momento per me più emozionante resta sempre Broken, da sempre e per sempre la mia canzone preferita in assoluto di Elisa, inarrivabile ed intoccabile per me, è il mio gioiellino.

Mi sono emozionata tantissimo anche su "Qualcosa che non c'è" che mi è arrivata dritta nello stomaco. Ma le interpretazioni degne di nota non possono certo essere racchiuse in sole due canzoni.

Devo ammettere che le scanzonate Love me forever e Peter Pan, nonostante non mi facciano impazzire, stanno proprio bene in scaletta, soprattutto a quel punto della scaletta, alternate ovviamente a canzoni più impegnate, e lei si mostra particolarmente divertita mente le canta.

Per quanto riguarda l'aspetto scenografico: le passerelle dello scorso tour le avrei viste bene ancora, soprattutto per come si muove lei sul palco. In certi momenti è come se fosse un po' limitata da questo palco di forma rotonda che non le permette più di tanto di correre avanti e indietro.

Palco caratterizzato da tre monitor circolari (si dice che favoriscano la comunicazione con il pubblico) su cui vengono proiettate le immagini; (emozionante vedere alcune immagini di Elisa da giovane che scorrono) ; giochi di luci notevoli.

Utilizzo massiccio di visual e coreografie iniziali dei ballerini proiettate sul sipario che come scritto prima, si alza e si abbassa sulla scena creando una terza dimensione.

Ciò che più apprezzo dei live di Elisa, oltre alla sua magistrale ed evidentissima bravura, è il suo sapere interpretare ogni volta ogni canzone in maniera differente.. Non parlo dell'esecuzione tecnica, ma dell'emozione che parte da lei e arriva a me.

Ci mette sempre del suo, senza stravolgere mai il pezzo, come se ogni volta che interpreta una canzone, la proponga esattamente come la sta vivendo in quel preciso momento, dando sempre qualcosa in più rispetto alla bellezza che il brano ha già di suo, con quelle variazioni nell'uso della voce che impreziosiscono il tutto.

Per me è una dote sensazionale che non riscontro certo in tutti.

Giusto sottolineare, anche se è evidente, il fatto che non sia solo una cantante, ma anche musicista e nel live viene valorizzato anche questo aspetto.

L'aspetto estetico di Elisa, molto criticato da diverse persone presenti, è forse l'unico punto debole durante questo live, ma è così evidente che lei punti (giustamente) su molto altro, non mi riferisco solo ai concerti, ma al suo modo di porsi in generale, e comunque sia per me è assolutamente irrilevante, per quanto mi riguarda uno sul palco può stare come vuole e come più gli piace, soprattutto se si tratta di un'artista come Elisa che certamente sa farsi apprezzare per il notevole spettacolo artistico che è in grado di offrire.

I complimenti vanno anche alla band e alle pazzesche coriste americane Jessica Childress e Sharlotte Gibson (assente Lidia Schillaci durante questo tour)

Belli gli sguardi complici con Andrea Rigonat durante più momenti del concerto.

Simona Viotti

(riproduzione vietata)


 
 
 

Commenti


Featured Posts
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Recent Posts
Search By Tags
Follow Us
  • Facebook Long Shadow
  • Twitter Long Shadow
  • SoundCloud Long Shadow

© Simona Viotti - OltreLaMusica

bottom of page