RECENSIONE CONCERTO RON LA FORZA DI DIRE SI 6 MARZO 2017 Milano - Teatro Dal Verme
- Simona Viotti
- 7 mar 2017
- Tempo di lettura: 6 min
Più che un concerto è stato un evento quello di ieri al Teatro Dal Verme di Milano.
Concerto di Ron con ben 12 ospiti.
Un concerto a scopo benefico, a favore dell' Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla)
Purtroppo i prezzi non erano accessibili a tutti, ragione per cui il teatro a 10 minuti dall'inizio dello spettacolo, risultava mezzo vuoto.
Si è un po' riempito negli ultimi minuti, ma numerose persone dalle balconate (ma compresa) si sono tranquillamente spostate in platea nei diversi posti liberi rimasti.
Concerto che apre il Tour Teatrale di Ron, reduce dalla partecipazione a Sanremo.
Due ore e mezza abbondanti di live, fatto di buona musica, voci, emozioni, scambi, duetti, per un totale di ventuno canzoni.
Di seguito la scaletta:
"Le foglie e il vento"
"Al centro della musica"
"Caro amico fragile" (con Nek)
"L'ottava meraviglia"
"Cuore di vetro" (con Luca Barbarossa)
"Il mondo avrà una grande anima"
"Stella mia" (con Max Pezzali)
"Malala" (con Loredana Berté)
"Anima" (con Luca Carboni)
"Libertà" (con Syria)
"Piazza grande" (con Elodie)
"Un momento anche per te" (con Francesco Renga)
"Chissà se lo sai" (con Federico Zampaglione)
"Cosa sarà"
"Vorrei incontrarti fra cent'anni" (con Tosca)
"Il gigante e la bambina"
"Non abbiam bisogno di parole"
"Aquilone" (con La Scelta)
"Insieme a te non ci sto più" (con Annalisa)
"Il sole e la luna" (con Omar Pedrini)
"Una città per cantare" (con tutti gli ospiti)
Il primo a salire sul palco insieme a Ron, è stato l’ex calciatore Massimo Mauro, oggi presidente dell’Aisla, che ha sottolineato che in passato dischi e concerti di Ron hanno fruttato all’ associazione 200 mila euro.
Poi inizia lo show vero e proprio.
“Le foglie e il vento” delicata, con un inizio per solo voce e chitarra è accolta nel silenzio assoluto.
Sul palco con il cantautore c’è il gruppo La Scelta, band di cinque elementi fra rock classico e pop contemporaneo.
Le canzoni hanno spesso introduzioni parlate, da cui emerge la spiccata sensibilità e generosità dell'artista.
Ron spiega che quando va a trovare i malati di Sla ne esce “con una grande forza di vivere: sono amici fragili, ma sono anche degli eroi”.
E proprio “Caro amico fragile” è il primo duetto, con Nek, dell’album del 2004 ispirato al romanzo di Robert Schneider “Le voci del mondo”.
Nek io personalmente lo trovo sempre uguale nel modo di cantare, sicuramente preciso nelle esecuzioni, ma non mi da quasi mai quel tocco in più che mi faccia emozionare, e così è stato anche ieri.
Belle e sentite le sue parole spese nei confronti di Ron.
Luca Barbarossa ha regalato qualche minuto di cabaret prima di duettare in “Cuore di vetro”, un ritratto dello stesso Ron scritto da Renzo Zenobi.
Di Barbarossa spicca sempre una grande simpatia "romana"; ha raccontato di essere andato allo stadio il giorno prima in compagnia di Gianni Morandi, accennando qualche simpatico avvenimento.
Quando canta emerge la sua grande professionalità e il grande sentimento che mette in quello che fa. L'ho trovato molto divertito e contento di essere su quel palco. Sempre un piacere sentirlo cantare (e vederlo saltellare!!!)
L'altro Luca, cioè Carboni, riesce sempre a mettere la sua anima in ogni pezzo che fa, che sia suo o di altri. E ne ha messa davvero tanta anche nell'interpretazione appunto di "Anima".
Sempre con la sua delicatezza, la sua personalità, ci ha regalato un'interpretazione soffice.
Un artista semplicemente incredibile in grado di far bene qualsiasi cosa e in qualsiasi contesto. Immenso Luca!
Loredana Bertè l'ho trovata assolutamente tranquilla e non esuberante, nessuno meglio di lei avrebbe potuto interpretare il pezzo che hanno proposto. Così forte e adatto alla sua personalità.
Ho trovato quasi strana la sua presenza, non è così usuale ritrovarla in contesti con tanti cantanti, ma evidentemente la causa era davvero importante.
Penso che sia un'artista immensa, con un trascorso immenso e una voglia di cantare immensa.
E' come se da ogni sua nota che canta uscisse un pezzetto del suo passato, ogni volta mi arriva questo.
Per “Il mondo andrà una grande anima”, ispirata all’ impresa di Mathias Rust, il tedesco atterrato con un piccolo aereo da turismo sulla Piazza Rossa nel 1987, è salita sul palco la violoncellista Giovanna Famulari.
E' arrivato poi il turno di Max Pezzali che ha duettato con Ron sulle note di “Stella mia”.
Non l'ho trovato in perfetta forma vocale sinceramente, è stata un'esibizione strana, seppur piacevole, forse era un po' in difficoltà, quasi non l'ho riconosciuto per come ha cantato!
La canzone non la conoscevo, l'ho trovata molto dolce.
Grande entusiasmo da parte di Ron nell'annunciare l'ingresso di Elodie, che definisce
"Una delle voci più belle che abbia sentito in questi anni”.
Cantano insieme “Piazza Grande” accompagnati al pianoforte del Maestro Giuseppe Barbera.
E' in pezzi come questi a mio avviso, che esce il vero talento di Elodie.
Purtroppo le canzoni che le affidano, non la valorizzano affatto; nelle canzoni di spessore invece si alza tantissimo di livello. Davvero una grande interprete con una voce che abbaglia.
Spero possa trovare la sua strada.
Altra performance notevole è stata quella di “Libertà”, cover di “Freedom” di David Gray con la voce di Syria.
La prima cosa che ho pensato è che Syria è veramente un talento sprecato; ogni volta che la vedo dal vivo, riesce a fare cose meravigliose e ad incantarmi.
Peccato che non faccia della musica il centro della sua vita, peccato che non ci abbia davvero creduto, nonostante le evidenti possibilità.
Potrebbe dare tantissimo alla musica italiana, invece resta sempre lì, un po' insabbiata, con un potenziale immenso non sfruttato. E ieri ne ho avuta l'ennesima dimostrazione.
Il più acclamato è stato senza ombra di dubbio Francesco Renga.
L'ormone delle donne presenti in sala si è scatenato e tutte urlavano come pazze, una scena impressionante, per me addirittura imbarazzante (La mia vena critica ora deve uscire: si va ad un concerto per la musica o per l'aspetto estetico dei cantanti?)
L'esecuzione in sé a me non ha lasciato molto, in tutta onestà; lui ha sicuramente una gran voce ma difficilmente riesce ad emozionarmi e ho preferito di gran lunga altri duetti della serata.
Federico Zampaglione l'ho trovato davvero deboluccio vocalmente e a tratti anche in difficoltà, forse anche paragonato ad altre presenze.
Da segnalare però l’assolo di chitarra elettrica in “Chissà se lo sai”, davvero da lasciare a bocca aperta.
Tosca forse il momento più rappresentativo di questa serata… Sembrava di essere tornati al Festival di Sanremo del 1996.
Un'atmosfera incredibile; Tosca di un'eleganza unica, quelle presenze che sul palco ti danno tanto anche senza fare grandi cose; semplicemente perfetta.
Non so quando mi ricapiterà di sentire questo duetto nella sua versione originale come ieri.
Proprio belli da vedere insieme, complici, sinceri.
Prima del finale, Ron resta solo alla chitarra per “Il gigante e la bambina” e al piano per “Non abbiam bisogno di parole”; quest'ultimo è il brano più applaudito, con relativa standing-ovation.
Posso affermare con certezza che è stato il momento che mi ha emozionato più di tutti.
Pezzo molto significativo per me, da tanto tempo. Gran bella dedica d'amore vero.
Buonissima esecuzione anche del pezzo Sanremese che a me era piaciuto abbastanza fin dal primo ascolto, dal vivo rende anche di più. Non un capolavoro, ma una canzone piacevole.
E' il turno di Annalisa, che Ron ha definito “Una grande cantante, la più dotata in questo momento e che non stona mai”,
Si sono ripresi il loro momento negato a Sanremo, cantando “Insieme a te non ci sto più".
A parte una nota secondo me non perfettamente riuscita, Annalisa è stata impeccabile come sempre, anche se forse troppo tecnica. Mi piacerebbe sentirla cantare con un filo in più di pancia, non solo con la voce.
La vedo migliorare di volta in volta sopra al palco; ricordo quando era piccola, insiucura e impacciata, ora ha una padronanza non indifferente.
Ultimo, arrivato direttamente da Napoli dove si trovava ieri, è stato il mio concittadino Omar Pedrini, artista assolutamente sottovalutato, ma capace di grandi cose.
Completamente a suo agio sul palco, grande complicità con Ron, interpretazione davvero ottima.
In conclusione tutti gli artisti rimasti, quindi Bertè, Elodie, Pezzali, Nek, Syria, Annalisa, Tosca, Zampaglione, Barbarossa, Omar Pedrini sono tornati sul palco per il finale corale sulle note di “Una città per cantare”.
Non è eseguita “Joe Temerario”, che era prevista nella scaletta.
Peccato per li osti rimasti vuoti lo spettacolo meritava sicuramente il pienone ed è un peccato che qualcuno abbia dovuto rinunciare per via del costo troppo elevato.
“L’Aisla” dice il cantautore “mi ha dato la possibilità di diventare un’altra persona.
Ho imparato che cosa vuol dire avere dignità e come resistere ai momenti di grande dolore. Essendo cattolico non sono d’accordo con l’eutanasia, ma sono attento a chi soffre. Nessuno può entrare nella testa di un malato, quindi non punto il dito contro nessuno”
Credo fortemente che questi concerti-evento siano assolutamente imperdibili, a maggior ragione se ideati per sostenere una causa così importante.
E' bello ed importante che tanti artisti si prestino a questi gesti di altruismo.
Tante presenza di spessore ieri che hanno saputo regalare una serata praticamente perfetta per gli amanti della buona musica italiana.

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