RECENSIONE CONCERTO ALESSANDRO MANNARINO MILANO 18 APRILE 2017
- Simona Viotti
- 19 apr 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Mannarino, insieme ai Baustelle e a Brunori sas in questo inizio 2017 sono state per me delle sorprese incredibili nel panorama del cantautorato italiano.
Li ho scoperti tardi e ho scoperto di essermi persa delle cose incredibili fino ad ora.
E i tre live che ho visto non fanno altro che confermare questa mia convinzione.
Il suo album "Apriti cielo" mi aveva abbagliata dal primo ascolto.
Sapevo che il suo tour stava andando molto bene, con numerosi sold-out (tra cui due delle tre date Milanesi)
Ho assistito ad uno spettacolo che definire coinvolgente e sorprendente è troppo poco; non mi aspettavo niente del genere.
E mi sono anche resa conto che la musica un po' di nicchia non è poi così tanto snobbata come pensavo.
Pubblico calorosissimo che ha letteralmente incendiato un Fabrique davvero strapieno di gente.
Pubblico sulla media dei 30 anni circa, diversi anche gli adulti presenti.
Urla, salti, canti all'unisono, ma soprattutto balli.. Si, la gente ballava come ho visto fare a pochi altri concerti.. Ed è stato uno spettacolo bellissimo da vedere.
Un concerto suonatissimo, davvero un'infinità di suoni che ha impreziosito il valore di ogni singola canzone.
Acustica perfetta, visuale buonissima per me, nonostante fossi lontana, dietro il mixer.
Mannarino è vocalmente più potente di quanto mi aspettassi e dal vivo ha una voce meno pulita rispetto alle registrazioni in studio, più graffiante, più intrigante.
Immancabile il suo cappello in testa, marchio di fabbrica!
La scenografia che si innalza alle spalle del cantautore è molto vivace e colorata e cambia di brano in brano, proponendo un tema conforme al mix emotivo e al significato evocato dal brano proposto.
Concerto durato praticamente tre ore, tutte suonate e cantate senza sosta, con pochissime parti parlate.
Band davvero "fitta" e assolutamente degna di nota, composta da ben 9 elementi (+ coriste); ho trovato tutti di un'intensità fuori dal comune e complici sul palco.
Fiati, tastiere, chitarre (ben quattro), percussioni, batteria e una sezione ritmica impreziosita dal groove di Mauro Refosco
Presenti anche tre coriste, le ho trovate davvero eccellenti e padrone del palco nei loro momenti.
La musica è stato un notevole mix di taranta, samba e musica balcanica.
Come dicevo, impossibile per il pubblico non cimentarsi in balli scatenati
Il mio stato d'animo ieri non era dei migliori, osservavo attentamente le persone intorno a me ed era bello vedere il senso di libertà che traspariva in questa musica.
Mannarino appare quasi un attore per come si presenta in certe canzoni (Su Gandhi in particolare)
Penso abbia davvero un gran talento a livello interpretativo e sa regalare al suo pubblico momenti di grande pathos. In alcuni brani in particolare, si percepiva una grande complicità ed entusiasmo.
Pubblico che infatti non si è risparmiato nel cantare insieme a lui praticamente tutte le canzoni, dalle vecchie alle più recenti.

Riassumendo direi: uno spettacolo davvero sopra ogni aspettativa, forse con uno stato d'animo diverso avrei potuto viverlo meglio.
Tornare a casa con la voglia di riscoprire canzoni vecchie che non conoscevo e che mi hanno colpito, è sicuramente un segnale positivo.
La scaletta del concerto:
Apriti cielo
Roma
Impero
Deija
Osso di seppia
Gandhi
Babalú
La Strega e il diamante
Maddalena
Signorina
Vivo
Gli animali
Elisir d’amor
Arca di Noè
Quando l’amore se ne va
Statte zitta
Le rane
Merlo rosso
Me so’ mbriacato
Serenata lacrimosa
Scetate vajo’
Un’estate
BIS
Bar della rabbia
Vivere La Vita
Concludo questa recensione con un bellissimo messaggio di Mannarino:
“Quando tutti mi dicevano di lasciar perdere, Fausto Mesolella e mio nonno mi dissero di continuare… e adesso sono qui a cantare per loro davanti a tutta questa gente. Anche se vi dicono di no, voi continuate!”.
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